L’Antico rinnovato nell’urbanistica, nella scultura, nei cicli decorativi

Roma fu tra i massimi centri della classicità e dunque, inevitabilmente, a distanza di secoli, anche del Neoclassicismo: tra Settecento e Ottocento, l’eredità dell’antico viene rielaborata da architetti, pittori e scultori che di volta in volta intervengono negli spazi urbani e ridisegnano giardini, decorano interni sacri e profani, ritraggono volti in una mirabile sintesi di idealizzazione e naturalismo. L’itinerario nel neoclassicismo romano si svolge tra gli interventi urbanistici, gli atelier e le opere dei maggiori artisti dell’epoca, Giuseppe Valadier, Luigi Canina, Antonio Canova, Nicola Salvi. All’epoca, inoltre, la storica Accademia di S. Luca, favorisce l’unitarietà dell’esperienza neoclassica romana e le possibilità di confronto tra i vari artisti.